LUNEDI’ 11 MARZO 2024
di e con Ascanio Celestini
musiche di Gianluca Casadei
voce Agata Celestini
immagini dipinte Franco Biagioni
suono Andrea Pesce
luci Filip Marocchi
organizzazione Sara Severoni
produzione Fabbrica, Fondazione Musica Per Roma, Teatro Carcano
commissionato dal Comitato Nazionale Greccio 2023
distribuzione Mismaonda
Uno spettacolo programmato in collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo onlus
in occasione dell’ottavo centenario del presepe di Francesco a Greccio, 1223 – 2023.
Contributi allo Spettacolo dal Vivo per l’annualità 2023 della Regione Lazio
Sostegno del Ministero della Cultura, tramite la Direzione Generale Spettacolo, per Progetto Speciale Teatro
Francesco si chiama Giovanni.
Nasce da una madre francese quando il padre sta in Francia a vendere stoffe pregiate.
Così lo chiamano “francesco”, insomma un figlio francese che si legge tanti libri della letteratura cavalleresca.
Diventa cavaliere o vorrebbe diventarlo, va in guerra, ma finisce in galera.
Quando esce dal carcere deve ricostruire le case dei nobili che il popolo ha cacciato da Assisi e impara a fare il muratore. Così diventa il santo che impara a ricostruire la Chiesa di Dio in terra.
Ma perché Francesco ci affascina ancora dopo otto secoli? E dove lo troveremmo oggi? Tra i barboni che chiedono l’elemosina nel parcheggio di un supermercato? Tra i facchini africani che spostano pacchi in qualche grande magazzino della logistica?
“Quante sono le stelle nel cielo? Così tante che non si possono contare.
Quante sono le stelle nel cielo? Comincia a contarle. Una, due, tre. Arrivi a cento, centocinquanta. Poi perdi il conto. Non si possono contare perché sono tante e stanno tutte sparpagliate”.
I PERSONAGGI
Il personaggio-narratore dello spettacolo entra in scena pronunciando queste parole.
Cosa sono le stelle per lui? Sono la scienza e la conoscenza dell’universo? La fede? La fascinazione per la natura? O l’intuizione di un giullare, così si definiva Francesco, che ha cantato tutte le creature dal sole all’acqua, dalla cicala alla sorella morte corporale?
Ma dov’è che cerca i suoi personaggi? Guarda in basso, nel parcheggio davanti alla finestra della sua casa popolare. I personaggi sono tanti e condividono lo stesso asfalto, la stessa condizione umana. Giobbe, magazziniere analfabeta che ha organizzato il magazzino senza nemmeno una parola scritta. La Signora delle Slot, rumena arrivata in Italia come prostituta che s’è ricomprata la propria libertà. Lo zingaro che ha cominciato a fumare a otto anni e sta ancora lì che fuma, accanto alla fontanella, davanti al bar.
Nella bellissima pagina del “Sacro patto con Madonna Povertà”, alla richiesta della bella dama di avere un coltello per il pranzo i frati rispondono: «Non abbiamo il fabbro che ci faccia spade».
Perché Francesco non sceglie di essere soltanto povero, ma servo dei poveri sapendo che i poveri non cercano servi, ma fratelli. Frati insomma.
E poi perché Francesco nasce, vive e muore in un tempo di guerre sante che non finiscono mai. I preti chiedevano l’obolo per la guerra alla fine della messa. Invece Francesco se ne va in Terra Santa a parlare coi crociati che non lo ascoltano. Poi parla coi musulmani. Lo ascoltano un po’ di più. Stupiti di un cristiano che arriva senza armi e cavallo, senza nemmeno le scarpe. E quando Francesco tornerà nella sua terra scriverà nella regola per i suoi frati che bisogna servire tutte le creature. Anche i musulmani. Chiederà a un frate che canti ogni sera dalla torre campanaria come ha imparato dai muezzin.
Quante sono le stelle nel cielo? Così tante che non si possono contare.
E poi ci sono quelle che non riesci a vedere. Quelle non le puoi contare.
Per quelle ci vuole il cannocchiale.
Allora le stelle nel cielo sono ancora di più. Così tante che non si possono contare e neanche vedere tutte quante.
GRECCIO
Nella notte di Natale del 1223 Francesco ha fatto in quel piccolo paese il suo primo presepe. Un bue, un asino e una mangiatoia. Niente altro. Serviva mostrare che Gesù era nato povero. In un paese povero, un posto di poveri.
Celestini sta incontrando gli abitanti di Greccio e delle sue frazioni, per raccogliere storie di vita. Un po’ registra e trascrive, un po’ tiene un diario.
Perché?
Perché dalla trascrizione delle interviste e dalla memoria possiamo trovare una qualità che serve a scrivere un testo che abbia il calore della biografia.
6 Gennaio 2024 ore21.15
7 gennaio 2024 ore 16.30 e 21.15
Con Roberto Andrioli, Fabrizio Checcacci e Lorenzo Degl’Innocenti
Regia di Roberto Andrioli, Fabrizio Checcacci e Lorenzo Degl’Innocenti
“The Complete Works of William Shakespeare (Abridged)” , noto anche come: “The Compleat Wrks of Wllm Shkspr (Abridged)”, tradotto in italiano come: “Le opere complete di William Shakespeare in 90 minuti (in versione abbreviata)”, è una commedia scritta da Adam Long, Daniel Singer e Jess Winfield.
Dopo aver debuttato all’Edinburgh Festival Fringe nel 1987 è stata replicata al Criterion Theatre di Londra per nove anni, diventando uno degli spettacoli più conosciuti al mondo. Una parodia di tutte le opere di William Shakespeare eseguita in forma comicamente abbreviata da tre attori, usando le più svariate tecniche interpretative. Veloce, spiritoso e fisico, è pieno di risate per gli amanti e soprattutto per gli odiatori di Shakespeare.
Una sfida teatrale ai limiti dell’incredibile: come condensare l’opera omnia del Bardo, 37 opere, in 90 minuti? O raccontare l’‘Amleto’ in 43’’?
La ‘Bignami Shakespeare Company’ è composta da Fabrizio Checcacci, Roberto Andrioli e Lorenzo Degl’Innocenti (In ordine rigorosamente di età), che dopo tanti anni di amicizia si sono ritrovati ed hanno deciso di unire le loro esperienze nel campo della prosa, musica e commedia dell’arte, e darsi al Bardo!
Già portato in scena da Zuzzurro e Gaspare con la regia di Alessandro Benvenuti dal 2013 al 2015 col titolo “Tutto Shakespeare in 90 minuti”, la versione de La Macchina del Suono con la regia dei tre attori in scena, si rifà maggiormente alla versione originale spingendo al massimo sulla comicità fisica irriverente e travolgente del testo inglese, derivante da un approccio scenico che deve molto alla commedia dell’arte.
Si, perché portare in scena le opere complete di Shakespeare in 90 minuti è una sfida teatrale, un’immersione leggera e stravagante nel mondo shakespeariano, un omaggio divertito e divertente al grande drammaturgo. La potenza e la poesia dei suoi versi vengono prevedibilmente meno ma lo scopo, in fondo, non è altro che divertire il pubblico, incuriosirlo e svelare il lato comico che si cela anche nelle tragedie più cupe.
Domenica 31 dicembre 2023 ore 22
con
Alida Sacoor, Andrea Bizzarri, Giuseppe Abramo, Matteo Montaperto
scritto e diretto da Andrea Bizzarri
scene di Sandro Ippolito
costumi di Claudia Marino
una co-produzione Readarto S.r.l. e Centro Teatrale Artigiano
Dopo il successo dello scorso anno, replichiamo la formula del Capodanno con brindisi a Teatro proponendo una divertentissima commedia degli equivoci, “Mi è scappato il morto” di Andrea Bizzarri. In un appartamento, meta gettonata di incontro galanti, Nico, il proprietario, sta illustrando all’uomo che di lì a poco dovrà incontrarsi con la fascinosa Emilie, gli spazi e le particolarità della loro alcova d’amore. Il tour sembra essersi quasi concluso, quando Nico si accorge che non c’è più nessuno a seguirlo. Ripercorre i suoi passi e fa una scoperta che non avrebbe mai voluto fare: l’uomo è a terra, apparentemente morto! Non fa in tempo a chiamare il suo amico Boris per chiedere aiuto che, proprio in quell’istante, suonano alla porta: è Emilie, pronta per le sue quarantotto ore di fuoco.
Una commedia brillante, dai ritmi serratissimi, con equivoci e gag a non finire, sulle orme di un morto che potrebbe scappare da un momento all’altro.
Il 31 dicembre lo spettacolo inizia alle ore 22 e nel prezzo del biglietto è compreso dolce e brindisi per la mezzanotte.
Posto unico 35 euro con dolce e brindisi
RASSEGNA DI TEATRO CONTEMPORANEO – TERZA EDIZIONE
Domenica 3 marzo ore 21,15
LA BUCA
di Maurizio Lupinelli ed Elisa Pol
con Carlo De Leonardo e Maurizio Lupinelli
Regia Maurizio Lupinelli
Costumi Elisa Pol
Organizzazione Ilenia Carrone
Logistica Eleonora Cavallo
produzione Nerval Teatro Con il sostegno di MIC – Ministero della Cultura (bando Accessibilità)
Uno spettacolo programmato in collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo onlus
I personaggi di Beckett rappresentano dei simboli originari che costituiscono una messa in contatto profonda con alcuni temi che riguardano la condizione dell’essere umano o ancor meglio dell’esperimento umano quali il tempo, il silenzio, la morte, l’ineluttabilità della vita e lo scorrere predestinato dei giorni. La parola nei testi di Beckett è quindi una parola in lotta che ci affianca e ci sostiene nell’aprire gli occhi verso la condizione della nostra natura di esseri umani, e ci offre sostegno e sostanziale aiuto contro i fallimenti, i rischi e le fragilità del vivere.
La Buca rappresenta l’avvio di una progettualità teatrale che ha come protagonista Carlo De Leonardo, attore diversamente abile ravennate, che in coppia con Maurizio Lupinelli ci restituirà l’essenza stralunata e surreale dei personaggi di Samuel Beckett.
Raccogliendo spunti da opere quali Aspettando Godot, Finale di partita, Giorni felici e L’ultimo nastro di Krapp, lo spettatore sarà testimone di un gioco teatrale che vive a metà tra improvvisazione, spontaneità, ma anche una sempre crescente consapevolezza scenica che si traduce in una potenza evocativa che sprigiona dagli attori in scena.
Domenica 17 marzo ore 21,15
GRAMSCIC
di e con Daniele Marmi, Guglielmo Favilla, Paolo Cioni
consulenza artistica Silvio Peroni
scenografia Claudia Castriotta
tecnico audio e luci Emilio Bucci
produzione La Filostoccola
I tre volti noti della fortunata serie tv di Sky “I delitti del Barlume”, diretti dal regista Silvio Peroni, si cimentano in un testo contemporaneo e irriverente che porta la loro stessa firma, dando vita a uno spettacolo dai ritmi comici serrati, liberamente ispirato a “Iwona, principessa di Borgogna”. La storia portata in scena da Marmi, Favilla e Cioni si svolge durante una festa alla quale prendono parte i tre amici protagonisti: uno di loro si innamora a prima vista di una ragazza, Iwona. Ma questa si rivela essere nient’altro che un busto di Antonio Gramsci che i tre amici trovano nel giardino della villa in cui si sta tenendo la festa. Un inconveniente da cui nascono, a cascate, incomprensioni, intrecci di situazioni paradossali e grottesche, dialoghi vivaci e malintesi che rendono la vicenda surreale e, allo stesso tempo, esilarante. Gli attori daranno prova della loro versatilità interpretando undici personaggi diversi.
Domenica 7 aprile ore 21,15
NOI SOLI
di Marco Vichi
diretto e interpretato da Lorenzo Degl’Innocenti
NUOVA PRODUZIONE – PRIMA NAZIONALE La Macchina Del Suono
Due monologhi per due differenti disagi esistenziali, scritti da Marco Vichi originariamente per Franco di Francescantonio: Oberto e le sue nevrosi dovute all’organizzazione di una cena per dodici amici, e la vicina di casa Maria nel suo ruolo di figlia, madre e donna arrabbiata con il mondo. Oberto ricorda il proprio passato di bambino solitario; emerge ingombrante la figura della madre autoritaria, capace di imporgli il totale assoggettamento. Maria racconta la propria vita di ragazza di campagna, che l’inurbamento ha trasformato in crudele sfruttatrice di malcapitati. La sua rabbia si sfoga tra riflessioni rancorose sul rapporto con la madre, e la lettura nervosa di una lettera del figlio.
Orario spettacoli:
Domenica ore 21,15
Biglietti: Intero 14€ – Ridotto 12€ – Studenti 10€
Prevendite www.ticketone.it e Punti vendita Box Office Toscana
Per informazioni, prenotazioni e biglietti, www.teatromanzonicalenzano.it
Mail to: prenotazioni@macchinadelsuono.it
LABORATORI
Integrata alla rassegna saranno proposti una serie di Laboratori/Incontri sul ruolo dell’attore tenuti dagli stessi protagonisti della rassegna e da professionisti del settore. I laboratori sono rivolti ad allievi attori/attrici e professionisti e professioniste
Domenica 24 marzo ore 16,30 e ore 21,15
di Antonio Amurri
con Marco Cavallaro, Maddalena Emanuela Rizzi, Bruno Governale e Alessandra Cavallari
regia di Filippo D’Alessio
Produzione Seven Cults
“Come ammazzare la moglie o il marito senza tanti perché”. Potrebbe sembrare una frase pronunciata da qualche protagonista della cronaca nera e invece è il titolo dello spettacolo teatrale. La commedia, scritta da Antonio Amurri, ha voluto ironizzare sulla vita di coppia: vizi, difetti, incomprensioni, egoismi e comportamenti maniacali vengono esasperati e ridicolizzati, in un crescendo di risate che non lascia neanche il tempo di respirare. Dal nord al sud d’Italia, passando anche per l’Inghilterra, tutte le coppie si rivolgono al telefono amico per avere consigli sulla loro situazione matrimoniale. Satira e umorismo di elegante comicità sulla vita di coppia, ispirata a note scenette, contestualizzate in una commedia frizzante ed esilarante. Con vena ironica e dissacrante si animano i “consigli di rapida eliminazione”.
SABATO 24 FEBBRAIO
di e con Marco Baliani
drammaturgia e regia Maria Maglietta
collaborazione drammaturgica Alessandra Rossi Ghiglione
montaggio video Michele Buri
ricerca iconografica Eugenio Barbera
produttore esecutivo Maurizio Agostinetto
direzione tecnica Massimo Colaianni
Produzione Casa degli Alfieri
9 maggio 1978, via Caetani, Roma: viene ritrovato il corpo senza vita di Aldo Moro. Terminano così i cinquantacinque giorni più misteriosi dell’intera storia repubblicana. Marco Baliani, istrione del teatro d’impegno civile, si addentra in quel tunnel di domande senza risposta, di segreti e interrogativi che è stato il sequestro Moro. Baliani improvvisa e ripercorre le emozioni di quegli anni trascorsi a Roma, usando quell’episodio come mappa di un suo personalissimo viaggio nella memoria civile. Ridisegna il percorso storico delle manifestazioni di una gioventù militante, idealista che credeva nella rivoluzione e nelle rivendicazioni politiche. La narrazione si nutre di testimonianze video, titoli di giornale, citazioni.
SABATO 1O FEBBRAIO
di Teresa Federico, Valentina Ruggeri, Francesca Nerozzi, Giorgio Prosperi, Massimiliano Vado, Lillo Petrolo
con Teresa Federico, Valentina Ruggeri, Francesca Nerozzi
supervisione artistica Lillo Petrolo
musiche e direzione musicale Roberto Gori
Regia Massimiliano Vado
produzione La Macchina Del Suono
Tutto inizia in un freddo appartamento della Torino di metà anni’ 30.
Tre giovani sorelle sono impegnate ad imparare il napoletano per entrare nelle grazie della musica melodica italiana e raggiungere finalmente la celebrità.
Cosa bisogna fare per diventare il trio più famoso d’Italia?
Le tre ragazze si troveranno ad affrontare incontri difficili e situazioni surreali. In un’atmosfera a tratti esaltante e a tratti malinconica, lo spettacolo attraverserà continui colpi di scena fino a scardinare completamente tutti i presupposti iniziali, passando dalla drammaticità, all’ironia, alla comicità.
“Il senso di questo spettacolo è risate e musica; Ladyvette sono tre attrici con il talento e i tempi comici adatti ad un format di questo genere, come in Italia se ne vedono pochi” (Lillo Petrolo).
SABATO 3 FEBBRAIO
di e con Chiara Lagani
disegni Mara Cerri
regia, video, musiche Luigi De Angelis
cura del suono e supervisione tecnica Vincenzo Scorza
organizzazione Maria Donnoli, Marco Molduzzi
comunicazione e promozione Maria Donnoli
produzione e production/Fanny & Alexander
Programmato in collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo
La storia, tratta dal fumetto di Mara Cerri e Chiara Lagani sull’Amica geniale, è quella dell’amicizia tra due donne e segue passo passo la loro crescita individuale, il modo di influenzarsi reciprocamente, i sentimenti, le condizioni di distanza e prossimità che nutrono nei decenni il loro rapporto. Sullo sfondo è la coralità di una città/mondo dilaniata dalle contraddizioni del passato, del presente e di un futuro i cui confini feroci faticano ancora a delinearsi con nettezza. Il fumetto è incentrato sull’infanzia e l’adolescenza delle protagoniste, a partire dall’episodio fondativo della loro amicizia: le due amiche, bambine, gettano per reciproca sfida le loro bambole nelle profondità di uno scantinato nero. Quando vanno a cercarle, le bambole non ci sono più. Le due bambine, convinte che Don Achille, l’orco della loro infanzia, le abbia rubate, un giorno trovano il coraggio di andare a reclamarle. Chiara Lagani recita in scena i testi di Elena Ferrante nella riduzione che ne ha fatto per il fumetto composto assieme a Mara Cerri. Alle sue spalle corrono i disegni animati tratti dal libro, per dar corpo e volto ai momenti evocati dalle parole del racconto.
La suora, la sposa e la puttana
VENERDI 26 GENNAIO
di Agnese Fallongo
con Agnese Fallongo e Tiziano Caputo
arrangiamento e accompagnamento musicale dal vivo Tiziano Caputo
regia Adriano Evangelisti
coordinamento creativo Raffaele Latagliata
produzione Teatro de Gli Incamminati in collaborazione con ARS Creazione e Spettacolo
Tre grandi donne, due guerre mondiali, un sottile fil rouge ad unirle: uno stesso nome, un unico destino. La prima Letizia è una giovane sposa, partita dalla Sicilia per il fronte carnico durante la Prima Guerra Mondiale, nella speranza di ritrovare suo marito Michele. La seconda Letizia, invece, è un’orfanella cresciuta a Littoria (Latina) dalle suore e riconosciuta dalla zia solo dopo aver raggiunto la maggiore età. Giungerà a Roma in concomitanza con l’entrata in guerra dell’Italia nel secondo conflitto mondiale. Infine Suor Letizia, un’anziana sorella dalle origini venete e dai modi bruschi che, presi i voti in tarda età, si rivelerà essere il sorprendente trait d’union dei destini di queste donne tanto lontane quanto unite. Impreziosito da musiche e canzoni popolari eseguite dal vivo, prende vita un brillante, triplo “soliloquio dialogato”, che, pur nel suo retrogusto amaro, saprà accompagnare lo spettatore in un viaggio ironico e scanzonato.
Recital Comico-antropologico
SABATO 13 GENNAIO
uno spettacolo di e con Roberto Ciufoli
produzione Danton Q
TIPI è una carrellata di tipologie umane, un esilarante percorso che spazia dallo sportivo all’indeciso, dal timido al supereroe e al danzatore, mostrando come una particolare caratteristica psicologica condizioni un atteggiamento fisico, un modo di parlare e di scegliere le parole.
Ciufoli guida gli spettatori a sorridere delle debolezze di questa nostra umanità così fortemente spaesata e confusa con monologhi, poesie, sketch e balli che rendono questo spettacolo un vero “multi-one-man-show”.