Domenica 27 Marzo ore 16,30
Rassegna teatrale “Teatro di zona”
Siamo ai tempi nostri, in una parrocchia di periferia onde celebrare una ricorrenza, il parroco ingaggia una compagnia di teatranti professionisti commissionandogli due spettacoli per i festeggiamenti. Scorrettamente gli attori si esibiscono in un solo spettacolo e dopo aver intascato i soldi di tutte e due le date previste, si dileguano facendo perdere le loro tracce. Per ovviare a tal mancanza Don Aldo si vede costretto ad improvvisare con l’aiuto di alcuni parrocchiani raccattati qua e là, uno spettacolo in sostituzione, da rappresentare nella data rimasta scoperta al fine di mantenere gl’impegni presi.
Ovviamente, si troverà a gestire ( lui compreso ) gente non avvezza al palco; attori dilettanti ed imbranati, false suore che ballano e contadini musicisti ad avanza tempo, che tra sketch e gag sconclusionate, cercheranno di fare del loro meglio invischiati in un copione slegato ed arruffato., Scritto e diretto dallo stesso parroco.
D’altronde in situazioni come queste bisogna fare buon viso a cattivo gioco. In pratica… ” SI FA’ CO’ ICCHE’ S’HA! ” (titolo dello spettacolo)
Testo e regia: Aldo Toccafondi.
Compagnia teatrale: ARISTOMANFANI di Prato.
Compagnia Teatrale KultRoses 659
Rassegna di Teatro indipendente “TEATRO DI ZONA”
di Alessandro Bindi e Andrea Bruni
regia di Veronica Natali
musiche originali di Alessandro Luchi
con Alessandro Bindi, Greta Fanoi, Veronica Natali, Francesco Renzoni
e le voci di Alfredo Cavazzoni, Martina Saetta, Edoardo Novelli
Un uomo, uno come tanti. Una persona con le sue indecisioni, le sue piccole e grandi paure, con la
sua involontaria poesia. Il suo sogno è a tratti un incubo, e porta ad una consapevolezza e ad una
realtà quasi impossibile da descrivere se non abbandonandosi ad essa. E solo con il sogno la si può
accogliere ed accettare.
Ma questa deriva non è il sogno di un uomo solo; è l’incubo di questi tempi, una delle fonti di
angoscia e di dibattito più presenti nella vita di un essere umano del ventunesimo secolo. Tutti noi,
in modi e forme diverse, vi siamo coinvolti e ci viene imposta una scelta, un’opinione, lo schierarsi
da una parte o dall’altra.
Dimenticando magari che c’è chi quest’incubo lo vive davvero. E, troppe volte, ci muore dentro.
“Deriva” non chiede a nessuno di prendere le parti di nessuno, e non fa proclami di pensiero
politico o sociologico. Invita soltanto ad usare la sensibilità invece della razionalità, a ricevere
prima di giudicare (e condannare). E invita a lasciare fuori dalle tende della platea preconcetti,
slogan e dibattiti costruiti in vitro, e ad immergersi in una vicenda sfibrante ma a suo modo
purificatrice, la vicenda di una persona come potrebbe essere qualunque spettatore.
Uscire da quel sogno è angosciante, ma solo da svegli ci si può fare qualcosa.
Anche solo capirlo.
“Deriva” è stato scritto da Alessandro Bindi e Andrea Bruni, ed è il secondo spettacolo della
“Quadrilogia degli Elementi” di KultRoses 659, insieme al già rappresentato “Anime” e a
“Clorofilla” e “Fuoco”, di prossimo allestimento.