VENERDI’ 6 DICEMBRE
Dedicato alle scritture di Roberto Calasso
di e con Marco Baliani
regia Maria Maglietta
organizzazione e promozione Ilenia Carrone
Produzione Casa degli Alfieri
Come Ismaele nell’incipit del Moby Dick di Melville, quando l’orizzonte si incupisce e la percezione del mondo mi si offusca, è tempo di salpare, di uscire dalla gabbia dei giorni per aprirsi verso l’ignoto.
E se il mare oceano non è lì a portata di corpo, le pagine di Roberto Calasso mi faranno viaggiare lo stesso, salpando in altri lidi.
Questo spettacolo nasce dal desiderio di intrecciare quelle narrazioni mitiche che nel tempo sono affiorate sulla superficie del mio mare e che stanno lì come isole su cui è sempre possibile tornare ad abbeverarsi e nutrirsi. Ma l’oralità del mio narrare non si esaurisce nell’offrire la visione o meglio l’ascolto di quei territori numinosi e misteriosi. Ognuno di quei miti racchiude altre strade, un susseguirsi di rimandi, di crocicchio in crocicchio, verso altre mappe immaginative, mappe che si possono percorrere.
Ognuna di quelle strade illumina anche esperienze del mio vivere, i crocicchi della mia esistenza, quelle “linee d’ombra” che segnano i passaggi generazionali. Così il racconto apre a pensieri imprevisti, a sorprese della percezione, che riguardano il nostro presente, che rimettono in gioco la memoria e allacciano il racconto ad altre narrazioni, a incontri con altre opere, in un dialogo con altri artisti. Quello che ne esce è una mappa di eventi da percorrere nello stupore, e nell’incantamento della voce che li fa rivivere.
Marco Baliani
Sabato 12 aprile 2025 ore 21,15
di Paola Ponti
atto unico tratto dal libro “Azzurro, stralci di vita” di Curzio Maltese
con Antonio Catania
al pianoforte Sergio Colicchio
musiche Nicola Piovani
regia di Carmen Giardina
produzione Viola Produzioni – Centro di produzione teatrale
Un grande giornalista, travolto da una malattia importante, guarda indietro alla sua vita e ne ripercorre le tappe insieme all’amico musicista. Nel suo ultimo libro, la penna sublime e ironica di Curzio Maltese ci conduce in una cavalcata attraverso gli ultimi sessant’anni del nostro Paese, con lo stile unico che moltissimi lettori hanno imparato a conoscere e amare, cercando i suoi editoriali come una bussola preziosa per orientarsi nella magmatica vita politica italiana e non solo.
E così scorrono i ricordi di decenni di una vita incredibile, travagliata e spassosa, di cui è stato illuminato testimone grazie al suo mestiere di giornalista. A partire dalla Roma allo stadio con un padre mancato troppo presto e convinto socialista, un viaggio in Calabria con la 500, il macinino che era “la Nina, la Pinta e la Santa Maria” di un’intera generazione; e poi la fine dell’innocenza, il 12 dicembre 1969, con la bomba che scoppia a piazza Fontana. Come è stato essere bambino nell’Italia del boom, un Paese ancora ingenuo, rivolto al futuro, dove “persino i poveri potevano essere felici”. Il sabato alla Rinascente, con la mamma commessa, nel profumo di Mariangela Melato, i foulard di Carla Fracci, le vetrine di Giorgio Armani. La lotta di classe al parco Lambro, il liceo negli anni di piombo. E le fragorose risate degli anni ’70, con Beppe Viola, Dario Fo, i comici del Derby: “ridevamo come pazzi e poi con un pensoso e penoso senso di colpa passavamo alle cose serie, la politica, il giornalismo, le culture ufficiali. Pensa che scemi.”
Sabato 15 marzo 2025 ore 21,15
Scritto diretto e interpretato da Giulia Trippetta
Produzione Fattore K
Una lavagna in scena, una sedia di scuola, una donna vestita anni ’50.
Ci racconta la storia di una ragazza giovane e piena di sogni, in un mondo vecchio quanto un cartellone pubblicitario ormai sbiadito, diventa poi la docente di un singolare corso di
comportamento e buone maniere: il suo è un seminario intensivo (solo per donne) di preparazione al matrimonio dal titolo “Si può far”.
Il corso è volto all’istruzione delle giovani aspiranti sposine affinché comprendano e imparino le regole base per poter diventare delle mogli perfette, totalmente al servizio del proprio uomo. Chi è questa donna? Qual è la sua storia? Cosa si nasconde dietro la maschera di donna perfetta?
Crede davvero alle regole che impartisce con tanta dedizione, o è semplicemente vittima di un sistema che la accetta solo perché sottomessa a stereotipi e chili di mascara? E può questa donna, uscita da un’epoca che sembra non appartenerci più, parlare alle donne di tutti i tempi?
Sabato 29 marzo 2025 ore 21,15
di Gianni Clementi
con Camillo Grassi
regia Massimo Venturiello
produzione Officina Teatrale
“Il Condor” è un testo sul ciclismo, vissuto dal gregario. Il gregario, in gergo sportivo, è quello addetto all’aiuto del Capitano. Deve soccorrerlo nei momenti di crisi, tirargli la volata. In poche parole deve immolarsi per la gloria di un altro. È pagato per questo. Ma chi, in vita sua, non ha mai pensato di vincere almeno una volta? Chi non ha mai sognato di arrivare sul traguardo per primo? Non è raro che sconosciuti gregari per anni si trasformino improvvisamente in campioni. Quasi sempre sono aiuti chimici che gli consentono di superare il fatidico limite della mediocrità e la cronaca sportiva e non solo di questi anni ce lo ricorda giornalmente. E quando “il fine giustifica i mezzi”, spesso le ipotesi di gloria si trasformano in tragedia.
Oltre che nel ciclismo, questo avviene anche nella vita e, forse, mai come oggi giorno, in una società come la nostra competitiva e senza scrupoli, dove solo i vincenti, a qualsiasi costo, sembra abbiano diritto di cittadinanza. È un mondo questo che non prevede concettualmente i deboli, anche se ovviamente non ne può fare a meno. “Il Condor” forse solo come pretesto ciclistico per parlare d’altro, ma anche per ricordare odori dimenticati d’infanzia, profumi d’ arance spagnole, visioni ad alta quota di una povertà sconosciuta alle nostre rassicuranti latitudini. Resta il sogno del gregario: un desiderio talmente umano da non poter non sollecitare in chi lo ascolta, in uno sfogo ironicamente tragico, un istinto di solidarietà.
Martedì 31 dicembre 2024 ore 22,00
di e con Max Paiella
produzione ATPR
“A ruota libera” è uno spettacolo con il pubblico, dove l’artista si offre in pasto agli spettatori come in un buffet, ma con al posto di rustici e pizzette, Ia musica, chitarra, note e tante voci. La canzone è l’artefice principale della cultura italiana dove le liriche dei Pooh o di Cesare Cremonini sono ormai il nostro vocabolario più che i libri di Umberto Eco. Se la letteratura non riesce più a creare l’entusiasmo di un tempo le canzonette invece sono il nostro vero riferimento culturale, insieme ai vari personaggi che infestano la nostra epoca con le loro storie.
Max Paiella si muove così, tra note, parole e canzoni come un moderno cantastorie interpretando i suoi personaggi da Vinicius Du Marones, Demetrios Parakulis, Fata Paiella, Mitico Thor Ranucci, Tamarro Venier. Inevitabili le incursioni di vari protagonisti della tv tra cui Massimo Giletti il cronista senza paura, Alessandro Borghese e Antonino Cannavacciuolo, con la presenza dell’ex sindaco di Roma Alemanno che rivendica di essere stato il primo a chiamaresercito e dell’attuale primo cittadino romano Gualtieri che vuole suonare la chitarra a tutti i costi.
Sabato 25 gennaio 2025 ore 21,15
liberamente tratto dal romanzo Lo zio Coso di Alessandro Schwed
con Gianni Poliziani e Alessandro Waldergan
adattamento teatrale e regia Manfredi Rutelli
musiche originali e paesaggi sonori Paolo Scatena
luci Simone Beco
produzione LST teatro
Storia apocalittica della memoria indifesa, del rischio dell’oblio e del revisionismo storico, vede i due protagonisti, il viaggiatore Melik ed il veterinario Oscar Rugyo, incontrarsi in uno scompartimento del treno che sta portando Melik in Ungheria, alla ricerca delle sue radici e di suo zio. Un incontro surreale e devastante, che porterà Melik ad apprendere da Oscar che la Seconda Guerra Mondiale non c’è mai stata. Con relativa negazione di tutto ciò che da quell’evento è derivato: bombardamenti, deportazioni, morti. Tutti eventi questi, frutto di un malinteso, un complotto giudaico laburista finalizzato a mettere in cattiva luce la grande Germania.
Non uno spettacolo sull’olocausto o sulla shoah, ma sull’indispensabile esercizio della memoria. L’unico modo per salvarci dal precipizio della dimenticanza e riaffermare la presenza nella Storia è l’estenuante, ossessivo e doloroso riportare alla luce ciò che qualcuno vorrebbe nascondere, per non finire nell’abisso dell’oblio: oggetti, parole, preghiere, strade, città, date.
Nomi.
3 e 4 Gennaio 2025 ore21.15
Con Roberto Andrioli, Fabrizio Checcacci e Lorenzo Degl’Innocenti
Regia di Roberto Andrioli, Fabrizio Checcacci e Lorenzo Degl’Innocenti
“The Complete Works of William Shakespeare (Abridged)” , noto anche come: “The Compleat Wrks of Wllm Shkspr (Abridged)”, tradotto in italiano come: “Le opere complete di William Shakespeare in 90 minuti (in versione abbreviata)”, è una commedia scritta da Adam Long, Daniel Singer e Jess Winfield.
Dopo aver debuttato all’Edinburgh Festival Fringe nel 1987 è stata replicata al Criterion Theatre di Londra per nove anni, diventando uno degli spettacoli più conosciuti al mondo. Una parodia di tutte le opere di William Shakespeare eseguita in forma comicamente abbreviata da tre attori, usando le più svariate tecniche interpretative. Veloce, spiritoso e fisico, è pieno di risate per gli amanti e soprattutto per gli odiatori di Shakespeare.
Una sfida teatrale ai limiti dell’incredibile: come condensare l’opera omnia del Bardo, 37 opere, in 90 minuti? O raccontare l’‘Amleto’ in 43’’?
La ‘Bignami Shakespeare Company’ è composta da Fabrizio Checcacci, Roberto Andrioli e Lorenzo Degl’Innocenti (In ordine rigorosamente di età), che dopo tanti anni di amicizia si sono ritrovati ed hanno deciso di unire le loro esperienze nel campo della prosa, musica e commedia dell’arte, e darsi al Bardo!
Già portato in scena da Zuzzurro e Gaspare con la regia di Alessandro Benvenuti dal 2013 al 2015 col titolo “Tutto Shakespeare in 90 minuti”, la versione de La Macchina del Suono con la regia dei tre attori in scena, si rifà maggiormente alla versione originale spingendo al massimo sulla comicità fisica irriverente e travolgente del testo inglese, derivante da un approccio scenico che deve molto alla commedia dell’arte.
Si, perché portare in scena le opere complete di Shakespeare in 90 minuti è una sfida teatrale, un’immersione leggera e stravagante nel mondo shakespeariano, un omaggio divertito e divertente al grande drammaturgo. La potenza e la poesia dei suoi versi vengono prevedibilmente meno ma lo scopo, in fondo, non è altro che divertire il pubblico, incuriosirlo e svelare il lato comico che si cela anche nelle tragedie più cupe.
RASSEGNA DI TEATRO CONTEMPORANEO – QUARTA EDIZIONE
In contemporanea con la stagione teatrale, il Teatro Manzoni di Calenzano porta avanti la sua attività teatrale con una rassegna di cinque spettacoli dedicati alla nuova drammaturgia: un teatro rivolto ad un pubblico giovane, ma non solo, in cui viene dato ampio spazio a temi e linguaggi innovativi, vicini alle nuove generazioni.
Mercoledì 11 dicembre 2024 ore 21,15
STORIA DI UN INVERNO CHE NON VOLEVA FINIRE
con Camilla Diana, Luca Pedron e Francesco Merciai
Adattamento Luca Pedron e Francesco Merciai
Regia Luca Pedron
Produzione La Macchina del Suono
Realizzato per il Teatro Comunale Garibaldi – Città di Figline e Incisa Valdarno
È uno spettacolo che racconta una favola “nera”. Febbraio, antagonista nonché protagonista, scatena su un piccolo paesino un inverno eterno, che non vuole passare, facendo scomparire la luce, rapendo i bambini, e costringendo tutte le anime tranquille di quella comunità ad insorgere e ribellarsi.
È un testo che ci parla su più piani; di solitudine, di sogni e resilienza. Credo sia importante “portare la guerra” anche in teatro, per darle uno spazio in cui sappiamo per certo che almeno lì avrà un lieto fine, ma soprattutto per scoprire che, come in tutti i conflitti, essa è specialmente dentro di noi.
Mercoledì 29 gennaio 2025 ore 21,15
I RESTI DI QUELLO CHE FU
di Marta Bevilacqua
con Giorgio Canali, Elio D’Alessandro, Marta Bevilacqua
direzione musicale Giorgio Canali
regia Francesca Cassottana
produzione Settembre Teatro
“I resti di quello che fu” è un concerto teatrale. I testi sono accompagnati da musiche e canzoni di Giorgio Canali. Il filo conduttore è il tema del conflitto tra individuo e potere, sviscerato e attraverso monologhi e attraverso dialoghi. Sono voci che emergono dall’ombra, uno squarcio sulla loro quotidianità. Esistenze incomplete, a tratti rarefatte, che hanno in comune la difficoltà di accettare il presente, i dubbi sulle scelte fatte, e le paure. E infine la delusione, intima, per non essere stati in grado di portare avanti gli ideali di quando avevano vent’anni, di quando andarono a Genova, per un altro mondo possibile. Un pensiero fisso, un fantasma, l’ossessione di non riuscire a perdonarsi, l’inadeguatezza, il senso di colpa e una domanda, un brusio costante: “Da che parte sto?”.
Mercoledì 19 febbraio 2025 ore 21,15
FIGLI DI ABRAMO
Di Svein Tindberg
Con Stefano Sabelli
Regia e traduzione Gianluca Iumiento
Adattamento Stefano Sabelli
musiche dal vivo Marco Molino, Manuel Petti, Daniele Giardina
proiezioni e immagini Kezia Terracciano
luci Pietro Sperduti
direzione tecnica e organizzazione Eva Sabelli
produzione Teatro del Loto / Teatrimolisani
Figli di Abramo di Svein Tindberg è in Norveglia un blockbuster del Teatro di narrazione.
Arricchendolo di esperienze personali, Stefano Sabelli ne fa un racconto colto, divertente, più intimo, seducente e mediterraneo dell’originale: dà vita al diario di viaggio di un attore che da Gerusalemme si mette alla ricerca dell’Abramo perduto.
Affabulazione, ironia, riferimenti all’attualità sono le chiavi per far rivivere storia, mito e leggenda del primo credente monoteista dell’umanità: da 4 millenni riferimento di fede per miliardi di persone sulla Terra. Profeta condiviso da ebrei, cristiani e musulmani, Abramo è stato un innovatore che da Ur dei Caldei in Mesopotamia, dov’è nato, si oppose all’idolatria dei suoi tempi per credere in un unico e solo Dio Creatore. Ribelle ai facili idoli, diventa il primo esule braccato dell’umanità, in perenne peregrinare – fra Egitto, Cisgiordania, Penisola arabica, Mar Rosso – alla ricerca della Terra Promessa.
Venerdì 7 marzo 2025 ore 21,15
Sabato 8 marzo 2025 ore 21,15
BITCH BOXER
di Charlotte Josephine
con Viola Picchi Marchi
traduzione adattamento e regia Lorenzo Degl’Innocenti
produzione La Macchina del Suono
Londra, 2012. Per la prima volta, le donne hanno l’opportunità di combattere sul ring delle Olimpiadi di pugilato. Chloe Jackson è una giovane pugile che si allena duramente sotto la guida di suo padre, con l’obiettivo di raggiungere i Giochi e trasformare la sua vita. Tuttavia, la morte improvvisa del padre la costringe ad affrontare da sola un percorso difficile, cercando di trovare il suo posto in un mondo in cui non si sente a suo agio. L’autrice Charlotte Josephine, attraverso questo testo e i personaggi che ruotano intorno alla protagonista, esplora il tema della forza interiore e della vulnerabilità, e la possibilità di abbassare le difese con chi amiamo.
La storia si concentra sul rapporto tra una giovane donna che si qualifica per le Olimpiadi del 2012 e il ricordo di suo padre defunto. Ma se il match finale non fosse solo il mezzo per arrivare ai Giochi, ma un modo per ritrovare sé stessa?
Mercoledì 30 aprile 2025 ore 21,15
LE NOSTRE FOLLI CAPRIOLE NEL SOLE
scritto da Iulia Bonagura
interpretato da Emanuele Baroni e Iulia Bonagura
voce off di Filippo Gili
diretto da Emanuele Baroni
Spettacolo vincitore del Fringe Festival 2024
Martina è sulla riva, è una bambina. Ha un costume intero da piscina e la maschera che le mantiene sui capelli bagnati. Siede sulla sabbia a gambe incrociate, ha uno stecchetto in mano e tocca la cupola di una medusa morta. Valentino, anche lui bambino, le si avvicina. Ha i pantaloncini a pinocchietto e uno zainetto. I due si incontrano, per la prima volta, a dieci anni, l’ultimo giorno d’estate, su una spiaggia del litorale laziale, e l’ultima volta a diciannove, sempre su quella spiaggia…
Orario spettacoli:
Mercoledì ore 21,15
Biglietti: Posto unico 12€ – Studenti 10€
Prevendite www.ticketone.it e Punti vendita Box Office Toscana
Per informazioni, prenotazioni e biglietti, www.teatromanzonicalenzano.it
Mail to: prenotazioni@macchinadelsuono.it
LABORATORI
Integrata alla rassegna saranno proposti una serie di Laboratori/Incontri sul ruolo dell’attore tenuti dagli stessi protagonisti della rassegna e da professionisti del settore. I laboratori sono rivolti ad allievi attori/attrici e professionisti e professioniste
LUNEDI’ 11 MARZO 2024
di e con Ascanio Celestini
musiche di Gianluca Casadei
voce Agata Celestini
immagini dipinte Franco Biagioni
suono Andrea Pesce
luci Filip Marocchi
organizzazione Sara Severoni
produzione Fabbrica, Fondazione Musica Per Roma, Teatro Carcano
commissionato dal Comitato Nazionale Greccio 2023
distribuzione Mismaonda
Uno spettacolo programmato in collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo onlus
in occasione dell’ottavo centenario del presepe di Francesco a Greccio, 1223 – 2023.
Contributi allo Spettacolo dal Vivo per l’annualità 2023 della Regione Lazio
Sostegno del Ministero della Cultura, tramite la Direzione Generale Spettacolo, per Progetto Speciale Teatro
Francesco si chiama Giovanni.
Nasce da una madre francese quando il padre sta in Francia a vendere stoffe pregiate.
Così lo chiamano “francesco”, insomma un figlio francese che si legge tanti libri della letteratura cavalleresca.
Diventa cavaliere o vorrebbe diventarlo, va in guerra, ma finisce in galera.
Quando esce dal carcere deve ricostruire le case dei nobili che il popolo ha cacciato da Assisi e impara a fare il muratore. Così diventa il santo che impara a ricostruire la Chiesa di Dio in terra.
Ma perché Francesco ci affascina ancora dopo otto secoli? E dove lo troveremmo oggi? Tra i barboni che chiedono l’elemosina nel parcheggio di un supermercato? Tra i facchini africani che spostano pacchi in qualche grande magazzino della logistica?
“Quante sono le stelle nel cielo? Così tante che non si possono contare.
Quante sono le stelle nel cielo? Comincia a contarle. Una, due, tre. Arrivi a cento, centocinquanta. Poi perdi il conto. Non si possono contare perché sono tante e stanno tutte sparpagliate”.
I PERSONAGGI
Il personaggio-narratore dello spettacolo entra in scena pronunciando queste parole.
Cosa sono le stelle per lui? Sono la scienza e la conoscenza dell’universo? La fede? La fascinazione per la natura? O l’intuizione di un giullare, così si definiva Francesco, che ha cantato tutte le creature dal sole all’acqua, dalla cicala alla sorella morte corporale?
Ma dov’è che cerca i suoi personaggi? Guarda in basso, nel parcheggio davanti alla finestra della sua casa popolare. I personaggi sono tanti e condividono lo stesso asfalto, la stessa condizione umana. Giobbe, magazziniere analfabeta che ha organizzato il magazzino senza nemmeno una parola scritta. La Signora delle Slot, rumena arrivata in Italia come prostituta che s’è ricomprata la propria libertà. Lo zingaro che ha cominciato a fumare a otto anni e sta ancora lì che fuma, accanto alla fontanella, davanti al bar.
Nella bellissima pagina del “Sacro patto con Madonna Povertà”, alla richiesta della bella dama di avere un coltello per il pranzo i frati rispondono: «Non abbiamo il fabbro che ci faccia spade».
Perché Francesco non sceglie di essere soltanto povero, ma servo dei poveri sapendo che i poveri non cercano servi, ma fratelli. Frati insomma.
E poi perché Francesco nasce, vive e muore in un tempo di guerre sante che non finiscono mai. I preti chiedevano l’obolo per la guerra alla fine della messa. Invece Francesco se ne va in Terra Santa a parlare coi crociati che non lo ascoltano. Poi parla coi musulmani. Lo ascoltano un po’ di più. Stupiti di un cristiano che arriva senza armi e cavallo, senza nemmeno le scarpe. E quando Francesco tornerà nella sua terra scriverà nella regola per i suoi frati che bisogna servire tutte le creature. Anche i musulmani. Chiederà a un frate che canti ogni sera dalla torre campanaria come ha imparato dai muezzin.
Quante sono le stelle nel cielo? Così tante che non si possono contare.
E poi ci sono quelle che non riesci a vedere. Quelle non le puoi contare.
Per quelle ci vuole il cannocchiale.
Allora le stelle nel cielo sono ancora di più. Così tante che non si possono contare e neanche vedere tutte quante.
GRECCIO
Nella notte di Natale del 1223 Francesco ha fatto in quel piccolo paese il suo primo presepe. Un bue, un asino e una mangiatoia. Niente altro. Serviva mostrare che Gesù era nato povero. In un paese povero, un posto di poveri.
Celestini sta incontrando gli abitanti di Greccio e delle sue frazioni, per raccogliere storie di vita. Un po’ registra e trascrive, un po’ tiene un diario.
Perché?
Perché dalla trascrizione delle interviste e dalla memoria possiamo trovare una qualità che serve a scrivere un testo che abbia il calore della biografia.
6 Gennaio 2024 ore21.15
7 gennaio 2024 ore 16.30 e 21.15
Con Roberto Andrioli, Fabrizio Checcacci e Lorenzo Degl’Innocenti
Regia di Roberto Andrioli, Fabrizio Checcacci e Lorenzo Degl’Innocenti
“The Complete Works of William Shakespeare (Abridged)” , noto anche come: “The Compleat Wrks of Wllm Shkspr (Abridged)”, tradotto in italiano come: “Le opere complete di William Shakespeare in 90 minuti (in versione abbreviata)”, è una commedia scritta da Adam Long, Daniel Singer e Jess Winfield.
Dopo aver debuttato all’Edinburgh Festival Fringe nel 1987 è stata replicata al Criterion Theatre di Londra per nove anni, diventando uno degli spettacoli più conosciuti al mondo. Una parodia di tutte le opere di William Shakespeare eseguita in forma comicamente abbreviata da tre attori, usando le più svariate tecniche interpretative. Veloce, spiritoso e fisico, è pieno di risate per gli amanti e soprattutto per gli odiatori di Shakespeare.
Una sfida teatrale ai limiti dell’incredibile: come condensare l’opera omnia del Bardo, 37 opere, in 90 minuti? O raccontare l’‘Amleto’ in 43’’?
La ‘Bignami Shakespeare Company’ è composta da Fabrizio Checcacci, Roberto Andrioli e Lorenzo Degl’Innocenti (In ordine rigorosamente di età), che dopo tanti anni di amicizia si sono ritrovati ed hanno deciso di unire le loro esperienze nel campo della prosa, musica e commedia dell’arte, e darsi al Bardo!
Già portato in scena da Zuzzurro e Gaspare con la regia di Alessandro Benvenuti dal 2013 al 2015 col titolo “Tutto Shakespeare in 90 minuti”, la versione de La Macchina del Suono con la regia dei tre attori in scena, si rifà maggiormente alla versione originale spingendo al massimo sulla comicità fisica irriverente e travolgente del testo inglese, derivante da un approccio scenico che deve molto alla commedia dell’arte.
Si, perché portare in scena le opere complete di Shakespeare in 90 minuti è una sfida teatrale, un’immersione leggera e stravagante nel mondo shakespeariano, un omaggio divertito e divertente al grande drammaturgo. La potenza e la poesia dei suoi versi vengono prevedibilmente meno ma lo scopo, in fondo, non è altro che divertire il pubblico, incuriosirlo e svelare il lato comico che si cela anche nelle tragedie più cupe.